Raggi di luce.

Le sfide della vita, o semplicemente delle possibilità di crescita?

Entrare nell’arrendevolezza (surrender).


31/10/2018

Guardo agli ultimi mesi e noto quante sfide la vita mi ha proposto o meglio quante possibilità di crescita o ancora di trasformazione. Oggi posso dire che sono grata di tutto questo, ciò nonostante mi sta richiedendo una mia sempre più presenza per non cascare nel vittimismo, nella tristezza, nella delusione, nel rimuginare o in tutte quelle emozioni che tendono a portare verso il basso, verso la pesantezza della vita.

Qualche mese fa, dopo aver tentato di rimanere dietro le quinte per tanti anni, la vita mi ha chiesto di mostrarmi e di aprire il MIO studio di terapie, e non più di affittare spazi presso altri centri o altre persone. Mi ha chiesto di ancorare le mie energie e di farlo in un luogo che fosse a mio nome, poiché era tempo di farmi vedere. Creare il mio studio, grazie all’aiuto, al sostegno e alla visione di un’amica scenografa, ha portato tanta gioia e soddisfazione, e ha riempito il cuore, al contempo ha anche fatto venire a galla tanti nodi, alcuni alla gola, altri al petto, nello stomaco e nella pancia: paure, insicurezze, dubbi e ansie. Quello che per alcuni è una bazzecola per me è stato un trasformare sensazioni e credenze che mi limitavano e mi tenevano nella mia zona di comfort – zona che scopro sempre di più essere così ristretta e limitante! 

Inoltre quest’ amica mi ha portata ad usare i colori, ad osare nel creare uno spazio che mi rispecchiasse, a metterci un tocco diverso, a spingermi perciò oltre il conosciuto. Insomma, a più riprese ho cercato di resistere, inutilmente, cosa che mi portata a respirare profondamente, dentro al disagio, per poi arrendermi ed affidarmi; a lasciare che la visione - sua e nostra - e l'energia presente mi portassero e mi guidassero in quello che è diventato un luogo di accoglienza, di terapie, di scoperta e di guarigione. 

Una nuova situazione che si è presentata è quella di affidarmi alla vita e alla sua bontà. Osservo come i miei giorni prendono forma e come la mia agenda si riempie senza che io possa immaginare quello che sarà. Così, come si sta dispiegando la mia vita in questo momento è cosa nuova, e ancora richiede che io sia nell’arrendevolezza e nella fiducia, affinché non vada in affanno per quello che non posso sapere essere il domani.

È forse questo il vero modo di vivere e di fluire con la vita?

Certamente è quello che tutti i Maestri risvegliati dicono, e cioè che esiste solo il presente.

Per me c’è ancora molta strada, tuttavia questo dispiegarsi che non mi permette di avere una visione a lungo termine si sta rivelando essere un grande maestro che richiede ascolto, silenzio, attenzione e leggerezza. Chiede fiducia e arrendevolezza.

Noto che quello che affiora, ha un sapore amaro e poco gradevole al palato: credenze e domande che mi porto appresso e che non sapevo di avere in modo così marcato. Alcune di queste dicono che "non sto dando abbastanza – alla vita e alla società", che "non sono una buona terapista", che "sarò mai in grado di avere abbastanza lavoro?". Inoltre sollevano tanta impazienza, e il desiderio di essere già là – dove ancora non sono e dove credo che dovei essere – al posto di godermi il qua e viverlo nella sua pienezza. Mi ritorna in mente che qualche anno fa ho mollato una credenza che mi aveva lasciata con la bocca aperta, ignara della sua presenza dentro di me. Diceva così: “se non faccio, non sono produttiva, non servo a nulla e sono inutile alla società”!! Quanti di noi portano appresso questa credenza! Allora ero rimasta sbalordita e sconvolta di tutto quello che abbiamo dentro di noi e di quanto stress e tensione porta nella nostra vita, spesso senza che ce ne rendiamo conto.

Arrendersi e affidarsi è un leitmotif, al momento. Spesso fa paura, ma non perché ne ho già fatto esperienza, bensì perché si tratta di qualcosa di nuovo, di non conosciuto, che mi porta oltre i miei limiti, conosciuti. Sono ben consapevole che la paura è una proiezione mentale e che non ha nulla, proprio nulla, a che fare con la verità e con quello che poi si rivela essere. È puramente un’idea che si mette in moto nella mia testa ed è così diversa ed opposta dalla realtà.

Quanto mi piacerebbe che imparare ad arrenderci, ad affidarci alla vita e a fidarci della vita fosse introdotto nella nostra educazione. Cosa succederebbe se diventasse parte integrante degli studi che facciamo a scuola e dell’educazione? Sino ad oggi poco di quello che impariamo ci aiuta a fluire con la vita, ad immergerci nell’oceano e fluttuare sulla sua superficie, sapendo che siamo noi stessi la vita e che non possiamo fare altro che fluire. Il che non vuol dire, starsene a far nulla e a girare i pollici, aspettando che qualcuno faccia le cose per noi. No. Vuol dire avere fiducia, comprendere che siamo parte del mondo e che funzioniamo con le stesse leggi, che non siamo separati da tutto quello che ci circonda e che nel momento in cui vediamo la bellezza della vita, la vita si mostra nella sua bellezza. Vuol dire che c'è molto di più di quello che la nostra mente può percepire, che la conoscenza non è soltanto sui libri, ma che è presente anche nell'osservare un tramonto, nel vivere con il cuore, nello scoprire le nostre passioni, nel condividere con gli altri, nel sentirsi almeno altrettanto preziosi quanto gli altri. Vorrei che ci insegnassero ad aprire gli occhi, quelli dell'anima e a vedere con il cuore, ad usare la bellezza che è dentro ognuno di noi e a scoprire quanta conoscenza e ricchezza esiste nel nostro essere.

Amma dice: “L’amore e la bellezza sono in voi. Provate ad esprimerle attraverso le vostre azioni. Toccherete senza alcun dubbio la sorgente stessa della beatitudine.”

Che sia di buon auspicio e che porti bellezza nei cuori di ognuno.