Raggi di luce.

Il condizionale!

La famosa e tanto usata parolina magica “se”.


30/07/2019

A mio parere è stata inventata dall’ego.

Ogni volta che diciamo “se avessi fatto più attenzione, non mi sarei fatta male”, oppure “se avessi detto che non volevo, allora non mi ritroverei a fare questo lavoro”, “se fossi stato più attento non mi sarei fatto fregare tutti quei soldi” e così via, avanti chi tocca.
Siamo stati tutti in questi luoghi della mente. È cosa conosciuta alla maggior parte degli esseri umani. E non lo facciamo solo una o due volte al giorno, al contrario sono pensieri che girano spesso, e che facilmente alimentiamo senza neppure renderci conto.
In questo modo l’ego ha il controllo totale e può continuare a fare quello che vuole: tenerci occupati nei pensieri, in un continuo turbinìo di parole che ci mantengono proiettati nel passato e in un futuro migliore, che, tuttavia, non esistono. Il primo proprio perché è passato, e lo dice la parola stessa, il secondo perché è futuro e non ha ancora preso forma. Ed ecco che in questo rimuginìo interiore rimaniamo lontani dalla realtà.

La realtà è una: quella che esiste in questo momento, e nel prossimo, e nel prossimo ancora, cioè nel momento stesso in cui il momento si presenta. Nel presente stesso.
Tutto il resto è una passeggiata attraverso paesaggi e scenari conosciuti, nei quali abbiamo camminato tante volte, avanti e indietro, che ormai non esistono più, ma che rimangono attivi nel nostro schermo mentale e che continuiamo a rivisitare. Come a credere che ritornando sui nostri passi più e più volte potremmo veramente cambiarne il corso. 
Mi viene l’immagine di un fiume che scava con il suo passare la roccia. Mica può dire, guardandosi indietro: “Accipicchia! Se fossi passato alla destra di quella roccia e non alla sinistra, tutto sarebbe stato più facile!” Ti voglio a far cambiare il corso di quel metro prima, quando l’acqua ormai è già passata oltre.

Ma a noi questa cosa non l’hanno mai detta.
Uno la scopre, forse, strada facendo, nel suo cammino intrapreso per vederci più chiaro, per andare a fondo nelle cose e non prendere tutto quello che ci è stato passato per scontato. Indagare la nostra vita è cosa sana, anzi, ancora di più, è cosa di grande valore. Ed è così che iniziamo a ritrovare il senso della nostra vita, nel quotidiano, in ogni gesto, parola, pensiero, azione e respiro. E quanta bellezza, allora!

Quando siamo presenti nel presente si apre dinnanzi a noi un mondo dai mille paesaggi, alcuni conosciuti altri nuovi, e allora possiamo scegliere quale strada prendere, e rimanere nella meraviglia e nello stupore, presenti a sé stessi e alla vita.

Immaginare di poter cambiare quello che è stato, oltre ad essere, appunto, soltanto un’immaginazione, è un’illusione. Ci raccontiamo migliaia di storielle pur di immaginarci un tempo migliore. Eppure tutto questo avviene solamente nella nostra testa. La realtà esterna rimane la stessa: quella che è stata.
Infatti, quando ritorniamo nel presente, la realtà è ben diversa da quella proiettata nei tanti schermi della nostra mente.
Ebbene sì, è un circolo vizioso, è un tornado che si sta abbattendo dentro di noi, del quale molto spesso non siamo neppure consapevoli. Non perché non ne siamo capaci, semplicemente perché non ci è stato insegnato!
Non ci siamo allenati come lo facciamo con qualsiasi altra cosa nel piano materiale. Eppure ben sappiamo che tutto arriva quando ci esercitiamo.
Per imparare un mestiere ci impegniamo per tanti anni: dall’asilo all’apprendistato o all’università. Possiamo dire che ci vogliono dai 14 ai 24 anni, a dipendenza delle professioni, per arrivare a praticarle. E ancora di più per diventare abili e pieni di esperienza: continuità e costanza sono ingredienti fondamentali.
Anche nello sport, quando pratichiamo in modo coscienzioso e disciplinato raggiungiamo buoni risultati. 

Ebbene lo stesso possiamo farlo con il mondo della mente e quello interiore, che tuttavia ad oggi teniamo ancora lontano, ma non perché sia brutto, non sappiamo che esiste e che va esplorato. Sì va esplorato per stare meglio.

È vero, talvolta, specialmente all’inizio, vedersi tristi, delusi, arrabbiati, irascibili e maldestri non è un bel vedere. Quando poi si molla il giudizio e si entra in questi luoghi con la disponibilità e l’apertura mentale di vederli per quelli che sono e non volerli cambiare a tutti i costi, e ci si arrende a quello che è presente, accogliendolo in tutte le sue sfaccettature, allora si inizia a prendere consapevolezza di quel movimento di pensieri che ci occupano gran parte della giornata. Ricordiamoci che c'è anche la parte che definiamo come bella: gioia, leggerezza, apertura, tranquillità, commozione, apertura e pace. 

Studi scientifici provano che abbiamo dai 60'000 ai 70'000 pensieri al giorno.
Di quanti siamo attualmente consapevoli?
Onestamente? Io di pochi, molto pochi.

Quando ho letto, questo studio mi ha lasciata con gli occhi spalancati, incredule di quello che mi veniva detto! 
“Maddai!! Com’è possibile?” è stata la mia prima reazione. Ho sentito lo stomaco accartocciarsi, la gola che si stringeva, la difficoltà a respirare, un peso sulle spalle e sulla testa, e una leggera tensione in tutto il corpo, in particolare nella zona delle spalle e le braccia e nel bacino. Agitazione, ansia, incredulità, e un grande punto di domanda nel mio cervello. Dopo un respiro profondo ho sorriso e ho visto ancora quanto cammino ho di fronte a me, felice di abbracciarlo e di entrarci ancora di più. E allora è arrivata la leggerezza, la calma, mi sono posata e rilassata, e tutto ha ripreso a muoversi dentro di me, che per un attimo si era fermato. E gli occhi si sono aperti, a vedere cose ancora non viste, e così anche la mente a sentire cose nuove. 
Al contempo ero sorpresa dalla mole di attività cerebrale che abbiamo. E poi mi sono resa conto del potenziale immenso del nostro cervello e della mente quando usata con disciplina, esercitata e indagata. E allora lì ho trovato un senso di calma che ha pervaso il mio essere. E mi sono infine rilassata completamente: "Fantastico! Quanto è preziosa la nostra mente quando usata in un modo non abituale!" è il pensiero che è infine arrivato.

Ecco, questo è, in modo stringato, uno dei tanti processi interiori che abbiamo nel quotidiano di fronte alle tante cose che leggiamo, sentiamo, percepiamo, vediamo e tocchiamo.

Osservare, essere testimoni dei propri pensieri, dei processi interiori, senza interferire è cosa preziosa, oltre che utile. Ci permette di vedere e prendere coscienza del mondo interiore che è immenso e poco esplorato, eppure ha così tanto da dirci e da raccontare.
Così iniziamo a conoscerci, e nella conoscenza di sé c’è la via verso la liberazione.
Immergersi nel profondo del nostro oceano interiore ci permette di scoprire luoghi mai visti, di apprezzarli e di farli nostri. Ci permette anche di rispecchiarci sulla superficie delle sue acque e vederci veramente per quello che siamo. 
Ecco perché sa di prezioso e di utile: ci accompagna alla realizzazione della nostra vera natura, che è ben più profonda di quello che iniziamo a vedere all’inizio, quando siamo in superficie.

Allora abbandoniamo il “se” e siamo nella realtà della vita interiore ed esteriore, nel presente, in presenza del sé e in presenza del presente e di quello che offre… spesso al di là della nostra immaginazione e di quanto la mente potrebbe mai proiettare.
Il cuore si apre, la mente si calma, il soffio della vita entra ed esce, e noi fluiamo con esso. Il corpo intero si distende e tutto è più vivido e luminoso, e un senso di riempimento e di pace ci permea.

La nostra vera natura è di continua espansione, amore, pienezza e armonia.